Nolde intende l'arte come la precisa rappresentazione del dato reale, della realtà percepita
dai suoi occhi e dall'osservazione fino alla sua rappresentazione, passando attraverso la
rielaborazione intima e l'incredibile tecnica della pittura. È magnifico osservare le realizzazioni
dettagliate e realistiche, l'atmosfera intima, l'incidenza delle ombre e tutto quel mondo
rappresentato grazie ad un iperrealismo pittorico che oltre a riprendere i colori del suo periodo
a New York e Los Angeles, si fonda ormai sulla forza vibrante sviluppata da anni in toscana.
Autore di innumerevoli opere, inserisce le scarpe, le nature morte e il ritratto nella scena con
grande capacità e consapevolezza, non ha nessun dubbio sulla dignità rappresentativa del suo soggetto,
sia esso un oggetto, un indumento o una persona.
L'artista si trasforma in un pezzo di pittura e se ne appropria. Si riallaccia, consapevolmente o
inconsapevolmente, alla tradizione pittorica della natura morta, la combina con la forma artistica
della serie — che ad uno sguardo attento non è affatto classica — e tratta il tema del ritratto
femminile in modo innovativo e con un distacco dalle precedenti pitture.
Le scarpe sono una parte indispensabile dell'abbigliamento. Sono il nostro collegamento con la terra,
ci accompagnano ovunque andiamo. Le scarpe sono "portatrici di storie" affascinanti e complesse,
permettono di sbirciare nel mondo personale del loro proprietario e spiegano aspetti artigianali,
ma anche storici e socioculturali. Nolde Banziger ci propone questa tematica della scarpa in cuoio
degli antichi romani che al tempo stesso gli appartengono e non.